Stasi venosa

La stasi venosa è un disturbo che caratterizza e accomuna molte DONNE.

A lungo andare questa condizione, se non trattata preventivamente con esercizio, integrazione specifica, corrette abitudini alimentari, compressioni, ecc., può cronicizzarsi alterando il sistema superficiale venoso e tutto il letto capillare sottocutaneo, alimentando la trasduzione dei liquidi e la comparsa di edema (gonfiore alle gambe).

Non solo, le molecole proteiche (fibrinogeno) si depositano intorno ai capillari stessi formando dei manicotti che impediscono lo scambio di ossigeno e sostanze nutritive.

In diversi studi si evince come l'impiego dei fralvonoidi migliori la pressione trascutanea di ossigeno (pO2), potenziando l'attività fibrinolitica locale, riducendo al tempo stesso il deposito pericapillare di fibrina. Questo permette di diminuire la permeabilità endoteliale in seguito ad interazione con la matrice cellulare interendoteliale. Avviene proprio quello che si definisce "ripristino degli spazi intercellulari e della barriera endoteliale".

In uno studio di Belcaro et al. 2008, è stato peraltro associato all'integrazione di flavonoidi, anche un supporto elastico-compressivo, il quale ha dimostrato un ulteriore incremento della pressione parziale di ossigeno e del flusso cutaneo rispetto al solo impiego di un tipo di flavonoide (oxerutina).

E' pertanto ben documentato scientificamente come l'integrazione con flavonoidi, e l'utilizzo di supporti elasto-compressivi, migliori il quadro sintomatologico della donna affetta da stasi.

Tuttavia, ritengo che anche le atlete di Fitness e Body Building ne possano trarre dei notevoli benefici considerando che il sistema venoso degli arti inferiori è sottoposto ad importanti fluttuazioni nei gradienti e volumi pressori.

Ricordo infine che l'elasticità della parete venosa non è la stessa di quella arteriosa, che le valvole possono modificarsi nel tempo, rendendosi poco funzionali, non solo perché reiteratamente sollecitate, ma anche semplicemente per una questione di tempo (età).

Come si suol dire, meglio prevenire che curare...

Bibliografia:

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2727765/

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/18287163

autore Alessandro De Vettor