La prima formula utilizzata conteneva leucina, isoleucina e valina in un rapporto particolare: la leucina era, in percentuale, il doppio di isoleucina e valina. Cioè, ad ogni 10 grammi di leucina erano accoppiati 5 grammi di isoleucina e 5 grammi di valina.
Molti in seguito hanno copiato, con piccole variazioni al di più, questa formula originale. Ma come e perché nacque questa formula, e come é giustificato questo rapporto sbilanciato a favore della leucina, presente in maggiore abbondanza? La formula fu costruita empiricamente sulla base di studi eseguiti precedentemente da studiosi che avevano cercato di comprendere come fossero regolati biochimicamente la sintesi e/o il catabolismo delle proteine.
La leucina sembrava poter essere in grado di controllare, quando la concentrazione dentro alla cellula muscolare fosse sufficientemente elevata, la sintesi delle proteine di struttura del muscolo. Se, invece, la cellula diventava povera di leucina, come dopo un digiuno protratto, le proteine del muscolo si disgregavano per rifornire la quantità libera nella cellula andata perduta per motivi energetici. Ma, era stato scoperto, la concentrazione di leucina libera (cioè non legata alle proteine) era in equilibrio con la leucina presente nel sangue.
Quindi, quando la quantità di leucina sarà alta nel sangue, sarà alta anche la quantità contenuta nelle cellule in forma libera, e questo aiuterà a stimolare la sintesi delle proteine.
Come abbiamo già spiegato, l'esercizio fisico fa consumare zucchero, poi, con il passare del tempo, se l'esercizio fisico continua, si incominciano ad utilizzare aminoacidi a scopo energetico, per mantenere costante la glicemia. La valina è l'aminoacido più facilmente utilizzabile a questo scopo, pertanto, la quantità di valina fu deciso dover essere la metà di quella della leucina, la cui abbondanza doveva servire a mantenere in circolo una quantità sufficiente a stimolare la sintesi muscolare di proteine, oltre che ad essere utilizzata per formare acetilCoA (la molecola che fa risparmiare piruvato, cioè zucchero). L'isoleucina, essendo una molecola a "cavallo", come destino metabolico, fra leucina e valina, fu messa a coprire il 25% della formula rimasta libera, disponibile per il corpo come "jolly" utile a coprire qualunque necessità improvvisa.
La casa farmaceutica che preparò il prodotto per uso orale, trovò che la cosa più semplice da farsi per ottenere una miscela abbastanza gradevole da ingerire, fosse preparare una polvere additivata con zucchero: gli aminoacidi, infatti, sono amarognoli e sanno fortemente di "medicinale". La sperimentazione durò 3 anni, poi iniziò la commercializzazione, e fu un successo, più con gli atleti che con i malati di fegato! Ma, ancora oggi, molti parlano di aminoacidi ramificati, pochi ne hanno fatto esperienza diretta, documentabile, sul campo di lavoro!